VIAREGGIO. “Caro dottor Romeo, essere commissario prefettizio non significa essere immune da critiche e dal fare errori e non sempre tutto ciò che fa un commissario è Vangelo”. Lo scrive Alessandro Santini, esponente di Forza Italia e prossimo candidato sindaco, in risposta alle dichiarazioni del commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo.

“Sono il primo, con lei, a voler far luce e volerci vedere bene su quanto avvenuto finora sulla Viareggio Porto. Auspico che la magistratura individui colpevoli ed accerti le colpe di chi ha causato l’affossamento di Viareggio: se c’è stata illegalità, chi ha colpe dovrà pagare e chi ha colpe dovrà essere perseguito senza alcun timore. E fin qui siamo tutti d’accordo.

“Credo però che si debba asserire pubblicamente che ci sono state illegalità solo quando la magistratura avrà emesso, eventualmente, sentenze di condanna. Si può anche non essere d’accordo ma sono fermamente convinto, pur nel rispetto del lavoro degli inquirenti, che limitandosi a riportare voci o stralci di atti di indagine per condannare qualcuno significherebbe far venir meno il principio costituzionale dell’innocenza fino a prova contraria, quel principio che viene assicurato dal ruolo degli Organi giudicanti in cui ripongo piena fiducia.

“Vorrei poi capire un po’ meglio – e forse lei mi potrà aiutare – il ruolo assunto dalla liquidatrice da lei nominata Arabella Ventura, esperta nella direzione di stabilimenti termali: ho appreso dalla stampa che – diversamente da quanto affermato nei giorni scorsi – al suo insediamento, in realtà, i termini per l’opposizione al decreto ingiuntivo di Dinelli non erano scaduti. Mentre quindi fino ad ieri dalle sue dichiarazioni appariva che la liquidatrice non avrebbe avuto modo di fare l’opposizione, oggi apprendo che invece ben avrebbe potuto farla.

(foto profilo facebook)
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“Apprendo poi dalla stampa che, a giustificazione della mancata opposizione, non avreste individuato motivazioni valide per effettuarla. Bene, visto che la versione dei fatti è modificata, la verità qual è? Leggendo le dichiarazioni di Dinelli pare che questi non sia stato nemmeno contattato e addirittura il suo avvocato non abbia avuto riscontro a proposte transattive.

“Non voglio entrare nel merito delle ragioni giuridiche in base alle quali non è stata fatta dalla liquidatrice opposizione ma mi domando: perché, in ogni caso, non è stata presa in considerazione l’ipotesi di una eventuale transazione che avrebbe potuto portare al ritiro del decreto ingiuntivo da parte dello stesso Dinelli, scongiurando lo spettro del fallimento che al di la delle questioni legali per Viareggio sarebbe un colpo irrimediabile? Siamo certi che il lavoro svolto sia stato veramente ineccepibile? Perché nessuno ha mai contattato suo padre che sta gestendo la ditta? Perché nessuno ha fatto una reale proposta concreta e scritta all’avvocato dei Dinelli?

“La Viareggio Porto non deve fallire e forse fino ad ora le strade percorse per salvarla sono state sbagliate e le scelte fatte forse non sono state delle migliori e felici. Basterebbe riconoscere i propri errori e le proprie mancanze. Romeo sostiene una cosa, Dinelli l’esatto contrario: uno dei due, purtroppo, sembrerebbe che non dica la verità.

“Concludo manifestando molta preoccupazione per le dichiarazioni in base alle quali vi sarebbero trattative private in corso con imprenditori per la cessione della Porto, soprattutto perché provengono da un commissario prefettizio e da un liquidatore dallo stesso nominato. Si parla tanto di legalità e si vive in tempi nei quali parlare di trattative private, mi capirà, desta se non altro alcune perplessità…”.

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